Legge 38/2010, bilancio a 5 anni dall'introduzione
In occasione del quinto compleanno della Legge 38/2010, la legge italiana dedicata alla terapia del dolore e alle cure palliative, il Sole 24 Ore ha intervistato Guido Fanelli, presidente della Commissione ministeriale su Dolore e Cure Palliative.
Fanelli, riconosciuto come padre della normativa per il ruolo fondamentale giocato durante la redazione e l'iter parlamentare che portarono a un'approvazione bipartisan, ha evidenziato i risultati positivi e fatto un bilancio di quanto ancora resta da fare.
Il valore della legge è innanzitutto legato all'affermazione del diritto a non soffrire: viene ribadito il fatto che il dolore non è un sintomo inalienabile ma una patologia generalmente sotto-diagnosticata e sotto trattata.
Per il resto, l'attuazione delle misure previste dalla legge è differente da regione in regione. Tra quelle particolarmente virtuose, che hanno attivato percorsi efficienti e reti assistenziali, figurano Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Toscana e Piemonte.
Sul fronte dell'accesso ai farmaci, si registra un miglioramento legato a una migliore appropriatezza terapeutica, ma l'Italia risulta ancora indietro rispetto ad altri Paesi europei per l'impiego di farmaci oppiodi: basti pensare che la spesa media pro capite nel 2014 è stata pari a 1,7 euro, contro i 9 euro della Germania.