Angelini Pharma sul ruolo del paracetamolo nel paziente Covid-19 positivo  

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  • Published: 31 gen 2022

Il paracetamolo è un analgesico e antipiretico raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, utilizzato da centinaia di milioni di pazienti nel mondo, il cui profilo di sicurezza è confermato nei decenni da numerosissimi studi clinici.

Nel corso degli ultimi mesi, Angelini Pharma ha assistito – periodicamente – alla pubblicazione di articoli che riportavano informazioni non corrette in relazione all’utilizzo apparentemente improprio di Tachipirina® nei pazienti positivi a Covid-19 nelle prime fasi sintomatiche della malattia o possibili danni provocati dal paracetamolo a causa del consumo di glutatione, un antiossidante presente nel nostro organismo.

Innanzitutto, il paracetamolo, commercializzato dall’Azienda con il nome Tachipirina©, è un trattamento sintomatico del dolore e della febbre associata all’infezione, non un trattamento curativo del Covid-19, e per tali fini viene prescritto dai medici. La stessa ordinanza del Tar, infatti, riguarda la libertà prescrittiva del medico di medicina generale per la cura domiciliare del COVID-19 e non mette in nessun modo in discussione l’efficacia terapeutica e la sicurezza del paracetamolo relativamente alle sue indicazioni come antipiretico e antidolorifico. Peraltro, non vi è ad oggi alcuna evidenza scientifica solida sul fatto che l’utilizzo di paracetamolo possa determinare un peggioramento del paziente positivo in assistenza domiciliare. Vale la pena ribadire che le linee guida dell’AIFA e del Ministero della Salute non indicano il solo paracetamolo nella gestione sintomatica domiciliare del Covid-19, ma anche i FANS, i farmaci antinfiammatori non steroidei, o altri farmaci sintomatici su giudizio clinico.

Relativamente al tema del consumo di glutatione, Angelini Pharma ritiene opportuno precisare – nell’interesse di una corretta informazione ai pazienti – che allo stato attuale non ci sono studi clinici che sollevino dubbi su un possibile effetto nocivo del paracetamolo in corso di Covid-19. Quelle riportate a supporto di tale ipotesi sono lettere all’editore, documenti di opinione, documenti provvisori e dati tratti da studi già attenzionati per i possibili errori metodologici noti, nulla di scientificamente robusto che possa dare indicazioni alla pratica clinica.

L’unico lavoro che al momento mette in correlazione il paracetamolo con un quadro clinico di COVID-19 più severo dovuto alla carenza di glutatione indotta dal principio attivo, è il lavoro del professor Piero Sestili dell’Università di Urbino dal titolo “Paracetamol-Induced Glutathione Consumption; is there a link with Severe COVID-19 Illness?” del 2020 (ripresa successivamente da altri autori vedi Pandolfi 2021). Non si tratta tuttavia di uno studio clinico ma di un semplice documento che basa le sue assunzioni su dati in vitro e su pochi pazienti con conclusioni speculative sul ruolo di paracetamolo nel COVID-19, come cita una nota degli stessi autori.

Recentemente è stato pubblicato il Razionale farmacologico per l’uso clinico del paracetamolo di Francesco Scaglione, Professore Ordinario di Farmacologia, Università degli Studi di Milano, Clinical Practice n. 01 - 2022, in cui è stato evidenziato che la deplezione di glutatione, suggerita da alcuni studi, e messa in relazione alla possibile tossicità epatica, non ha evidenze cliniche ai dosaggi di paracetamolo raccomandati.

Inoltre su MDPI, Multidisciplinary Digital Publishing Institute, sono stati pubblicati i risultati dello studio “Paracetamol Is Associated with a Lower Risk of COVID-19 Infection and Decreased ACE2 Protein Expression: A Retrospective Analysis” in cui è stato analizzato il ruolo dell'assunzione del paracetamolo - e ibuprofene - in pazienti affetti da COVID-19 che ha portato a una diminuzione dei livelli di proteina ACE2 nelle cellule coltivate evidenziando un effetto protettivo del paracetamolo contro l'infezione da SARS-CoV-19.

In conclusione, nessuno studio ad oggi pubblicato sui pazienti positivi a Covid-19 ha misurato i livelli di glutatione intracellulare nei pazienti che hanno usato paracetamolo come antipiretico, pertanto, è importante non creare disorientamento tra i pazienti con affermazioni che non possono essere perentorie.

Il paracetamolo, commercializzato da Angelini Pharma con il nome Tachipirina©, marchio storico, resta un analgesico e antipiretico ampiamente utilizzato il cui profilo di sicurezza è confermato nei decenni da numerosissimi studi clinici. Assunto ai dosaggi consigliati dal medico (adeguati a ridurre la febbre e controllare il dolore) il paracetamolo è un farmaco efficace, con elevato profilo di sicurezza e molto ben tollerato da adulti e bambini. Ed è il farmaco antipiretico raccomandato da linee guida nazionali e internazionali per abbassare la febbre nei bambini e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per curare il dolore.

 

Per ulteriori informazioni:
Angelini Pharma

Daniela Poggio
Global Communications Executive Director
Email: Daniela.poggio@angelinipharma.com

Michela Procaccini
Medical Department
Email: Michela.procaccini@angelinipharma.com