Al buio si dorme meglio e si rischia meno
Assicurarsi che la stanza in cui si dorme sia perfettamente buia è uno dei principali consigli che gli esperti di Medicina del sonno (oltre che il buon senso) raccomandano per assicurarsi un riposo profondo, sereno, privo di risvegli involontari e realmente rigenerante.
Ma c'è un altro motivo che dovrebbe indurre a chiudere accuratamente persiane, tapparelle e tende e a oscurare led e fonti luminose di ogni tipo in camera da letto. I risultati di una ricerca giapponese indicano, infatti, che l'esposizione involontaria alla luce durante le ore notturne sarebbe in grado di alterare non soltanto la produzione di melatonina (sostanza implicata nella regolazione del ritmo sonno-veglia e di altre funzioni cicliche dell'organismo in funzione del grado di illuminazione ambientale), ma anche l'equilibro metabolico generale, aumentando significativamente il rischio di sviluppare condizioni di sovrappeso e dislipidemie. In particolare, analizzando gli effetti della luce notturna su 528 uomini e donne con un'età media di circa 73 anni, è stato osservato che tra chi dormiva in ambienti illuminati era più frequente il riscontro di condizioni di sovrappeso e di livelli più elevati di grassi (119,7contro99,5 mg/dl; p <0,01) e colesterolo "cattivo" LDL (128,6 contro 122,2 mg/dl; p=0,04) nel sangue, mentre i valori di colesterolo "buono" HDL erano mediamente più bassi (57,4 contro 61,3 mg/dl; p=0,02). A queste osservazioni corrispondevano, inoltre, un rischio di obesità quasi doppio (OR 1,89) e un rischio di sviluppare dislipidemie meritevoli di trattamento superiore del 62% in chi dormiva in ambienti illuminati anziché perfettamente bui.
Queste evidenze, tutte associate a un aumento del rischio cardiovascolare, dovrebbero essere tenute in considerazione sia da chi vive nella propria casa sia, a maggior ragione, da chi si occupa di gestire la qualità degli ambienti in strutture residenziali per anziani.