Ulcere cutanee, nasce il sito web CuraLaFerita.it

Giornali piegati sopra un laptop aperto
  • Published: 14 nov 2016

Negli ultimi anni il problema delle ferite cutanee si è acuito, in termini numerici e di complicanze; ciononostante, la loro attuale gestione risulta ancora disomogenea nel nostro Paese, per la mancanza di protocolli clinici e modelli organizzativi condivisi. Con l’obiettivo di promuovere una maggiore consapevolezza in materia, nasce il progetto digitale CuraLaFerita.it, che si rivolge sia al pubblico - con notizie, aggiornamenti e consigli pratici - sia a medici, infermieri e farmacisti con contenuti scientifici e strumenti utili a un adeguato trattamento delle lesioni. CuraLaFerita è realizzato col grant educazionale di Angelini, azienda attiva nell’area della vulnologia con numerose iniziative, tra cui il recente convegno ‘Caring for Wounds’, che ha inteso valorizzare l’importanza di una presa in carico multidisciplinare del paziente, attraverso una maggiore integrazione tra le figure professionali coinvolte.
 

Roma, 14 novembre 2016 – Informare ed educare il pubblico sulle diverse tipologie di ferite e fornire al medico, infermiere e farmacista strumenti e contenuti scientifici di valore, per un aggiornamento costante nell’appropriata valutazione e trattamento delle lesioni cutanee: un problema sanitario in forte ascesa, che assorbe il 4% dei costi totali del SSN, per la metà dovuti ai ricoveri ospedalieri.
Questi gli obiettivi di CuraLaFerita (www.curalaferita.it), il sito web interamente dedicato alla vulnologia, realizzato da EDRA, azienda leader del campo dell’editoria medico-scientifica, con il grant educazionale di Angelini. L’individuazione di best practice e la definizione di percorsi diagnostico-terapeutici efficaci nell’ambito del Wound Care sono stati inoltre al centro del convegno “Caring for Wounds”, da poco conclusosi a Roma, che ha riunito 100 tra medici vulnologi, infermieri e farmacisti ospedalieri.

Le lesioni cutanee sono di due tipi: ferite acute, causate da un evento traumatico, che normalmente cicatrizzano entro 8 settimane, e ferite croniche, che hanno un decorso più lungo e una gestione più complessa, come piaghe da decubito, ulcere del piede diabetico e da insufficienza venosa. In Italia oltre 2 milioni di pazienti soffrono di una lesione cutanea cronica, con importanti ripercussioni sulla qualità di vita: nel 75% dei casi si tratta di over 70, ma il fenomeno non risparmia persone più giovani (nel 20% dei casi, adulti tra 40 e 70 anni) e bambini (5%).

In questo scenario, CuraLaFerita si propone come uno spazio di informazione e aggiornamento sulle diverse tipologie di lesioni cutanee e sulla loro adeguata valutazione e gestione. Sviluppato con l’endorsement di diverse società scientifiche e associazioni (AISLEC - Associazione Infermieristica per lo Studio delle Lesioni Cutanee, SIFO - Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e FOFI - Federazione Ordine Farmacisti Italiani /Fondazione Cannavò), il sito è suddiviso in due aree tematiche declinate per target: professionista sanitario (medico, farmacista e infermiere) e pubblico. La prima sezione ospita casi clinici, focus di approfondimento, schede di counselling sul corretto utilizzo delle medicazioni, approfondimenti di farmacoeconomia. L’area pubblica, invece, contiene news e informazioni pratiche sul tema delle ferite acute, croniche e post chirurgiche: il tutto con un linguaggio semplice ma scientificamente valido.

Con CuraLaFerita abbiamo voluto creare uno strumento di informazione e conoscenza, basato sulla medicina dell’evidenza”, spiegano i due componenti del board scientifico del sito, Ciro Paolillo, medico di Pronto Soccorso presso l’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine, e Battistino Paggi, infermiere e consulente in Wound Care. “Chi accede al portale trova ciò che è opportuno fare nel processo di presa in carico del paziente con ferita. Desideriamo da un lato offrire informazioni e consigli utili per la cura della ferita a pazienti e caregiver; dall’altro, supportare gli operatori preposti alla gestione delle lesioni nel percorso di aggiornamento delle conoscenze e competenze, attraverso informazioni dettate da evidenze scientifiche”.

Un obiettivo, quest’ultimo, di particolare valore se si considera che, nonostante le ferite croniche rappresentino un fenomeno rilevante dal punto di vista medico, sociale ed economico, ad oggi non esistono protocolli e modelli organizzativi condivisi, che favoriscano un trattamento uniforme su tutto il territorio nazionale. La sfida per il futuro è delineare percorsi di diagnosi e cura fondati sulla logica della stewardship, un nuovo modello di organizzazione dell’assistenza, che prevede una presa in carico multidisciplinare del paziente, attraverso una maggiore integrazione tra le varie figure professionali coinvolte. Su questo tema si è incentrato il recente convegno Caring for Wounds, realizzato col contributo incondizionato di Angelini allo scopo di definire best practice e modelli gestionali in vulnologia passando dal concetto di curare a quello di prendersi cura del paziente.

Una lesione cutanea cronica è una ferita che non guarisce, poiché alla base vi è una malattia che non consente di cicatrizzarla completamente: si calcola siano circa 140 le patologie in grado di non far guarire una lesione”, dichiara Elia Ricci, Direttore Servizio ferite difficili presso la Casa di Cura S. Luca Pecetto Torinese e Vice Direttore del master in vulnologia all’Università degli Studi di Torino. “Mancando un registro nazionale, è difficile quantificare i costi: sappiamo tuttavia che questa problematica assorbe il 50% del tempo dedicato all’assistenza domiciliare; i casi più gravi giungono invece in ospedale ma, spesso, è troppo tardi. Attualmente in Italia la gestione delle ferite è ancora molto frammentaria: serve un approccio interdisciplinare condiviso, che crei sinergia tra i vari operatori del settore ‘Wound Care’. Tenendo conto delle diverse tipologie di lesioni, sarebbe importante che tutti gli specialisti, anche esterni al settore, collaborassero con il vulnologo per integrare le rispettive competenze. Il mio auspicio è che alla vulnologia venga in futuro riconosciuta la dignità di insegnamento e che sia inserita ufficialmente nei corsi di laurea; stiamo inoltre lavorando affinché le lesioni croniche siano contemplate all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza”.

Fondamentale il ruolo ricoperto dall’infermiere. “Nell’ambito del Wound Care, è fondamentale affidarsi a figure professionali opportunamente formate: l’infermiere competente è colui che ha seguito uno specifico percorso formativo dedicato al trattamento delle lesioni”, commenta Rosita Zortea, infermiera esperta in Wound Care e docente AISLEC. “Oggi dobbiamo ragionare in termini di Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali (PDTA), al cui interno l’infermiere è una figura centrale, perché prende in carico la persona e gestisce il piano assistenziale generale, con una specifica expertise nel settore della cura delle ferite. Questa è la sfida del futuro, oggi limitata da un’organizzazione ancora troppo stagnante e legata all’ospedalizzazione o a una figura prettamente medica. Il PDTA è un aspetto importante della stewardship e richiede una maggiore sinergia tra le varie figure professionali, un lavoro di équipe intorno al paziente per ottimizzare l’appropriatezza delle cure”.

Le iniziative promosse testimoniano l’impegno di Angelini in vulnologia, con l’obiettivo di concorrere allo sviluppo di un progetto culturale di ampio respiro che favorisca un approccio alla cura delle ferite sempre più efficace ed attento ai bisogni dei pazienti”, conclude Fabio De Luca, Chief Commercial Officer Italia di Angelini. “Ci auguriamo che i progetti messi in campo possano contribuire concretamente a promuovere una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione sul problema delle lesioni cutanee, supportando i professionisti del settore nel loro operato quotidiano e fornendo degli utili strumenti per l’educazione dei pazienti e delle persone a loro vicine.
 

Per maggiori informazioni:

Cristina Depaoli, 02.20424924, cell. 347.9760732, c.depaoli@vrelations.it