Pronto Soccorso: dolore senza rimedio per due bambini su tre

Giornali piegati sopra un laptop aperto
  • Published: 9 mag 2014

In distribuzione da oggi in tutti i pronto soccorso italiani il video “Dolore? No Grazie!”, realizzato dal gruppo di studio PIPER (Pain in Pediatric Emergency Room), con il patrocinio del Ministero della Salute ed il contributo incondizionato di Angelini per far capire a medici, infermieri ma soprattutto a genitori e piccoli pazienti che valutare e trattare il dolore è indispensabile, perché non soffrire è un diritto. Il Gruppo PIPER ha inoltre presentato durante il IV Multidisciplinar Pain Meeting, in corso a Minorca, le raccomandazioni sulla gestione del dolore pediatrico in emergenza: l’obiettivo è aiutare i 5 milioni di bambini che ogni anno si recano in pronto soccorso a vedere valutato e trattato il proprio dolore. 

Il 37% dei bambini che arrivano in pronto soccorso non viene valutato per il dolore: in un caso su tre non si “misura” con le apposite scale, in uno su cinque il dolore non viene neppure registrato in cartella clinica, nel 47 % dei casi non viene applicato nessun protocollo per trattarlo. Così, solo un bambino su tre riceve un farmaco per lenire il male. Eppure il dolore è tuttora la prima causa di accesso al pronto soccorso per gli under 14: lo dimostrano i dati raccolti da PIPER, gruppo di studio sul dolore pediatrico in emergenza, attraverso un’indagine condotta su 19 pronto soccorso dal 2010 al 2013.

Minorca, 9 maggio 2014 – A volte non hanno voce per lamentarsi, perché sono troppo piccoli per parlare. In altri casi le loro sofferenze non vengono prese troppo in considerazione, perché gli adulti pensano che stiano facendo i capricci o esagerando di proposito i loro fastidi. Invece il dolore è una realtà anche per i bambini, un problema frequente e serio che però rimane spesso inascoltato: in Pronto Soccorso appena un bambino su tre riceve un trattamento per il lenire le sofferenze, nonostante il dolore sia tuttora il primo motivo di accesso alle cure in emergenza. Lo dimostra un’indagine del gruppo di studio PIPER (Pain in Pediatric Emergency Room) secondo cui il 37% dei bambini che arrivano in pronto soccorso non viene valutato per il dolore. Per migliorare la gestione del dolore nel bambino in Pronto Soccorso il gruppo PIPER, in occasione del IV Multidisciplinar Pain Meeting in corso a Minorca fino al 10 maggio, presenta le prime raccomandazioni in materia da diffondere in tutte le strutture sanitarie italiane: si tratta delle “linee guida” di intervento per la fase di triage, quando il bimbo viene esaminato per indirizzarlo alle cure più adeguate al suo caso, e per le procedure che possono provocare dolore.

“Non si tratta di vere e proprie linee guida ma di raccomandazioni formalizzate per la prima volta, stilate tenendo conto della letteratura scientifica sull’argomento e delle conoscenze attuali in materia di gestione del dolore pediatrico, che riguardano ad esempio procedure molto frequenti e temute dai bambini, come le iniezioni o le suture – spiega Franca Benini, responsabile del Centro Regionale veneto di Terapia antalgica e cure palliative pediatriche, Dipartimento di Pediatria dell’università di Padova, e coordinatrice del gruppo PIPER – Il nostro obiettivo è accelerare l’impiego dei farmaci per ridurre il tempo passato soffrendo dolore, delegando ad esempio agli infermieri la somministrazione di prodotti sicuri e ben tollerati anche dai bambini: tuttora passano in media 50 minuti prima che i piccoli pazienti arrivino di fronte al medico di Pronto Soccorso, un tempo infinito se c’è dolore. Purtroppo c’è tuttora la paura a dare antidolorifici ai più piccoli, temendo effetti collaterali: in realtà noi somministriamo moltissimi farmaci ai nostri figli senza preoccuparci altrettanto delle loro possibili conseguenze, il dolore invece non viene considerato come un sintomo da trattare. Un errore, come dimostrano moltissimi studi scientifici: trattarlo ed eliminarlo con i farmaci adeguati non solo è eticamente corretto nei confronti di un bimbo che soffre, ma riduce anche la permanenza in ospedale, accelera la guarigione ed evita che da adulti la soglia del dolore si abbassi”.

Purtroppo, come dimostrano i dati del gruppo PIPER ottenuti raccogliendo l’esperienza di 19 Pronto Soccorso dal 2010 al 2013, ad oggi valutazione e trattamento del dolore sono un privilegio per pochi: in un caso su tre il dolore non viene “misurato” con le apposite scale, in uno su cinque non viene neppure registrato in cartella clinica, nel 47 % dei piccoli pazienti non viene applicato nessun protocollo per trattarlo.
“Il dolore è un problema sottodimensionato e l’applicazione della legge 38/2010 è ancora inadeguata, anche e soprattutto in pediatria – sottolinea Marco Spizzichino, Dirigente Ufficio XI, Direzione Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute –. È essenziale porre attenzione alla gestione del dolore nei Pronto Soccorso pediatrici e queste nuove raccomandazioni sono fondamentali per migliorarla: l’obiettivo, ora, è distribuirle a tutte le strutture sanitarie del Paese per far sì che vengano applicate ovunque, riducendo le disuguaglianze di trattamento fra Regioni tuttora esistenti. Non è tollerabile che un bimbo debba provare dolore anche solo per un banale prelievo: si tratta di fastidi che la medicina sa, può e deve risolvere”.

“Il lavoro del gruppo PIPER è un grosso passo avanti nell’applicazione reale della Legge 38/2010, l’unica al mondo che tuteli e garantisca l’accesso alla terapia del dolore per tutti i pazienti, di qualunque età – interviene Guido Fanelli, Presidente della Commissione Terapia del Dolore e Cure Palliative del Ministero della Salute –. Purtroppo in ambito pediatrico è tutto molto più difficile, basti pensare che in Europa l’impiego degli oppioidi sui bambini è ovunque off label, fuori dalla registrazione ufficiale; inoltre alle aziende che intendono commercializzare questi farmaci per l’utilizzo nei bambini viene chiesta una tassa annuale che supera i possibili guadagni, visto il numero relativamente basso di pazienti, e ciò limita moltissimo la possibilità di immettere sul mercato medicinali adatti all’uso pediatrico. Ora qualcosa per fortuna sta cambiando: l’European Medicines Agency ha da poco deciso di considerare il dolore pediatrico che richiede oppioidi come malattia rara, riducendo le spese per i produttori e facilitando così l’impiego di questi farmaci. Perché i pazienti che ne hanno bisogno non sono molti, ma neppure pochissimi: solo in Italia 12 mila bambini e ragazzini fra zero e 18 anni hanno necessità di cure palliative e terapia del dolore, spesso per un tumore. Garantire loro sollievo non è soltanto una giusta scelta medica ed etica, è anche ciò che deve essere fatto per rispettare la legge”.

Perché ciò accada, è fondamentale che tutti comprendano che il dolore, di qualunque intensità esso sia, può e deve essere sconfitto: medici, infermieri, ma anche genitori e bambini devono essere consapevoli che le sofferenze non vanno patite senza chiedere un sollievo dal male. Per far comprendere l’importanza di una corretta gestione del dolore, dopo aver distribuito nel 2013 10.000 copie del poster sul trattamento del dolore, il gruppo PIPER ha realizzato il video “Dolore? No grazie! con il patrocinio del Ministero della Salute ed il contributo incondizionato di Angelini: si tratta di un cortometraggio – protagonista l’attrice Paola Minaccioni – che sarà distribuito in tutte le strutture sanitarie e proiettato nelle aree di attesa, per sensibilizzare i genitori e far capire loro che soffrire non è una condanna ineluttabile e che valutarlo e intervenire per ridurlo è possibile.

“Il gruppo PIPER raccoglie le esperienze di 19 pronto soccorso pediatrici italiani con l’obiettivo di migliorare la gestione del dolore nell’emergenza – osserva Fabio De Luca, General Manager Divisione Pharma di Angelini. – Angelini dal 2010 è onorata di sostenere i lavori del gruppo. Il nostro obiettivo è quello di lottare al fianco dei medici e del Ministero della Salute per sconfiggere la sofferenza inutile e per farlo occorre formazione ed informazione. Il Video “Dolore? No Grazie!” è la sintesi dell’idea condivisa con il gruppo PIPER: non basta formare medici e infermieri sulla corretta applicazione della legge 38, ma occorre anche trasmettere al pubblico l’importanza della valutazione e del trattamento del dolore affinché tutti sappiano che il dolore non solo è dannoso ed inutile, ma anche spesso evitabile”.