Osteoporosi
Il problema è di rilevanza mondiale. Le più esposte sono le donne dopo la menopausa. L'osteoporosi si accompagna inevitabilmente al procedere dell'età e, in pratica, tutti gli individui oltre i 50 anni, hanno un certo grado di osteoporosi. Anche se è una malattia che si evidenzia nella terza età, affonda le sue radici nell'età dello sviluppo: una mancata "saturazione" del tessuto osseo nei primi venti anni di vita condizionerà l'evoluzione della malattia negli anni della vecchiaia. Può essere accelerata anche da un'insufficiente introduzione di calcio e di minerali con la dieta. L'osteoporosi è di solito asintomatica. Si manifesta con sintomi solo quando è determinata da schiacciamenti o microfratture delle ossa, con comparsa di dolore. Ancora una volta è quindi importante la diagnosi precoce per poter evitare le fratture delle ossa. La prevenzione, però, deve iniziare nell'età dello sviluppo e intensificarsi nell'approssimarsi dell'età a rischio.
Osteoporosi
Le zone più colpite
Si manifesta di solito a livello della colonna vertebrale, della mano e del collo del femore. L'assottigliamento e la fragilità delle ossa predispongono a deviazioni della colonna vertebrale e a fratture del collo del femore. Negli stadi iniziali la malattia non dà sintomi; mentre, quando è in fase avanzata, si possono verificare:
- mal di schiena
- abbassamento progressivo dell'altezza e postura incurvata
- fratture di vertebre, ma anche femore, polso o altre ossa del corpo.
Fattori di rischio
I fattori di rischio possono essere diversi:
- nelle donne gli estrogeni hanno una funzione protettiva che, dopo la menopausa, viene a mancare, causando un'accelerazione nella perdita di massa ossea (3 per cento l'anno e oltre)
- negli anziani la perdita di massa ossea aumenta con l'età, quindi maggiore è l'età, più alto è il rischio di osteoporosi
- avere familiari che ne soffrono può predisporre alla malattia
- seguire una dieta povera di calcio, o una dieta eccessivamente ricca di sodio (sale) o di proteine, i cui prodotti metabolici (acidi) richiedono, per essere eliminati dai reni, il calcio (che viene ricavato dalle ossa)
- condurre una vita sedentaria: l'attività fisica fa aumentare la massa ossea e questo risultato è possibile a qualsiasi età.
La massa ossea
La misurazione della densità ossea può essere effettuata in varie sedi dello scheletro o nello scheletro intero. Una bassa densità ossea significa aumento del rischio di frattura in qualsiasi sede. Esistono diversi strumenti che vengono utilizzati per la misurazione della massa ossea. I più diffusi sono:
- la MOC (mineralometria ossea computerizzata), che misura la densità della massa ossea
- la tomografia assiale computerizzata quantitativa, che permette di misurare la quantità di minerale in singole porzioni di osso
- la radiografia, che evidenzia una variazione del contenuto minerale solo quando la perdita ossea è di circa il 40 per cento: pertanto, non è utilizzabile nella diagnosi precoce dell'osteoporosi, ma solo per evidenziare fratture o deformità scheletriche.
Prevenzione
La prevenzione dell'osteoporosi va attuata già nell'infanzia per consentire un ottimale sviluppo scheletrico. La massa ossea è determinata per l'80 per cento geneticamente e per il 20 per cento da fattori ambientali, per esempio una corretta alimentazione e un'adeguata attività fisica.
Nell'anziano e nelle donne dopo la menopausa l'osso perde calcio e diventa progressivamente più sottile e fragile. In questa fase è essenziale un adeguato apporto alimentare di calcio ed un'attività fisica costante: questi provvedimenti, pur non arrestando completamente la perdita di massa ossea la rallentano.
Trattamento
La terapia dell'osteoporosi si basa sulla somministrazione di calcio che può rallentare il processo ma non risolverlo. Importante un'adeguata attività fisica e un'alimentazione equilibrata. In presenza di dolore si può assumere un analgesico ma se persiste ed è intenso, occorre consultare il medico.