Dolore oncologico: comprenderlo, gestirlo, comunicarlo. Un’intervista al Professor Andrew Davies

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In questa intervista Andrew Davies, Professore di Medicina Palliativa al Trinity College di Dublino e Presidente della Multinational Association of Supportive Care, risponde ad alcune domande sul dolore oncologico, offrendo suggerimenti su come comprenderlo, gestirlo e comunicarlo al meglio.

La presenza e la severità del dolore oncologico hanno un impatto importante sulla qualità della vita e sull’evoluzione della malattia. Uno scarso controllo del dolore è associato anche a un maggior disagio psicologico e a una riduzione delle attività sociali.1

 

1. Dottor Davies, il dolore rappresenta un sintomo frequente nei pazienti oncologici?
Il dolore è un sintomo di comune riscontro nei pazienti oncologici e può manifestarsi in qualunque fase della malattia. Spesso è già presente alla diagnosi a seconda del tipo di tumore. In caso di tumore in fase avanzata, la percentuale di pazienti che può avere dolore raggiunge l’80%. Pur essendo un sintomo comune, il dolore oncologico è spesso anche molto gestibile e quindi i pazienti non dovrebbero soffrirne.

 

2. Quali sono le conseguenze del dolore sui pazienti oncologici e sui loro caregiver?
Il dolore può avere un impatto enorme sulla vita dei pazienti. Se non viene trattato o non è controllato in modo adeguato, il dolore può produrre numerose complicanze. Spesso nei pazienti che provano dolore si crea una situazione di relativa immobilità. Il dolore può interferire con il sonno e influire sull’umore. I pazienti che provano dolore hanno bisogno di recarsi più spesso dal medico o in ospedale. Di conseguenza aumenta l’impegno per i loro caregiver e talvolta diventano incapaci di lavorare. Ecco perché è importante gestire correttamente il dolore, in quanto è possibile potenzialmente prevenire tutte queste complicanze.

 

3. C’è un collegamento tra problemi psicologici e dolore nei pazienti oncologici?
Esiste un’associazione tra dolore e problemi psicologici, in particolare con ansia e depressione. Il fatto è che i pazienti che soffrono di depressione hanno maggiori difficoltà ad autogestire il dolore e quindi si crea una sorta di circolo vizioso. Una gestione efficace del dolore può contribuire a prevenire lo sviluppo di problemi psicologici e di altre complicanze. Inoltre, spesso utilizziamo trattamenti simili per curare la depressione e il dolore. È quindi importante monitorare anche lo stato psicologico del soggetto insieme al suo dolore. 

 

4. Quali sono i diversi tipi di dolore che i pazienti oncologici possono avvertire?
I pazienti oncologici possono avere molti tipi diversi di dolore. Possono provare il dolore provocato dal tumore stesso, il dolore associato alla terapia e naturalmente anche il dolore che qualsiasi altra persona può provare. Quindi è molto importante distinguere i diversi tipi di dolore, perché anche il relativo trattamento cambia notevolmente. È importante valutare accuratamente i pazienti per individuare con precisione la causa del dolore e prescrivere quindi il trattamento giusto, perché non tutte le terapie funzionano con tutti i tipi di dolore.

 

5. Quali sono le opzioni disponibili per la gestione del dolore oncologico?
Possiamo dire che interventi diversi sono efficaci in diversi tipi di dolore e in pazienti diversi. Se il dolore è provocato dal tumore, allora spesso è il trattamento stesso del tumore che può alleviare il dolore. Talvolta, però, accade che sebbene il trattamento sia molto efficace il paziente continua ad avere dolore. In questo caso esistono molti interventi non farmacologici che possono rivelarsi molto utili, tra i quali la terapia del calore e del freddo, la TENS (stimolazione elettrica nervosa transcutanea) o l’agopuntura, a cui si aggiunge un’ampia gamma di farmaci che possono produrre benefici. In caso di problemi alle ossa si può ricorrere all’aiuto di terapisti occupazionali, fisioterapisti o ad interventi ortopedici. Alcuni pazienti, per ridurre il dolore, necessitano di interventi da parte dell’anestesista, come i blocchi nervosi o l’infusione di anestetici locali. Quindi, è molto importante che tutti gli interventi siano a misura del singolo paziente e dello specifico tipo di dolore. Paziente e caregiver devono giocare un ruolo attivo nella gestione del dolore oncologico.2

 

6. Come possono i pazienti comunicare con il proprio medico per ottenere aiuto nella gestione del dolore oncologico?
È importante che i pazienti riferiscano il proprio dolore e le sue eventuali variazioni. È anche fondamentale che controllino regolarmente l’efficacia del sollievo del dolore e lo sviluppo di eventuali effetti collaterali. Tutte queste informazioni aiutano medici e infermieri a decidere se proseguire quel trattamento, aumentare il dosaggio del farmaco o cambiarlo. Dobbiamo dare ai pazienti la terapia giusta per il giusto dolore di cui soffrono. Quindi, è essenziale che i pazienti e i loro caregiver siano sempre in contatto con medici e infermieri per informarli su come procede il trattamento.

 

7. Qual è il ruolo dei caregiver nel trattamento del dolore?
I caregiver, soprattutto quelli familiari, sono estremamente importanti per la gestione del dolore del paziente. È essenziale che incoraggino i pazienti ad assumere i farmaci, ma anche che riferiscano quanto è efficace il trattamento, e se sono insorti effetti collaterali. I caregiver
possono anche aiutare con gli interventi non farmacologici, per esempio in caso di episodi di dolore intenso possono sostenere il paziente utilizzando tecniche di distrazione, aiutandolo a rilassarsi e praticando massaggi, se ciò aiuta ad alleviare il dolore. I caregiver possono dare anche supporto emotivo e aiutare i pazienti a comunicare con i loro medici e infermieri.

 

8. Secondo lei, di che cosa c’è bisogno per migliorare l’assistenza ai pazienti con dolore oncologico?
Esistono molti modi per gestire il dolore oncologico, ma restano ancora alcuni problemi nella gestione del dolore in tanti pazienti affetti da tumore. Ritengo che il problema sia in parte dovuto al fatto che non viene eseguito un monitoraggio costante del dolore, per cui credo sia importante, se il dolore non è ben controllato o gli interventi provocano effetti collaterali, che pazienti e caregiver contattino i loro medici e infermieri di riferimento e li informino. È necessario, come operatori sanitari, riuscire a educare e rassicurare i pazienti e i loro familiari sulla sicurezza di questi interventi e sul loro corretto utilizzo. È anche fondamentale, in presenza di dolore non adeguatamente controllato e qualora medici e infermieri non abbiano una soluzione al problema, che il paziente sia indirizzato verso uno specialista del dolore o di cure palliative. Vorrei quindi dire a tutti i pazienti: c’è sempre qualcosa che si può fare per alleviare il dolore, se non liberarsene del tutto.

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Referenze

1. Scarborough BM, Smith CB. Optimal pain management for patients with cancer in the modern era. CA Cancer J Clin. 2018 May;68(3):182-196.
2. Schumacher KL, et al. Putting cancer pain management regimens into practice at home. J Pain Symptom Manage. 2002 May;23(5):369-82.