Rosolia
La rosolia è una malattia provocata da un virus e si trasmette da persona a persona attraverso la via respiratoria (goccioline di saliva o secrezioni respiratorie), oppure da madre a figlio durante la gravidanza. Colpisce per lo più i bambini e gli adolescenti tra i 2 e i 14 anni di età, ed è frequente soprattutto in primavera.
Rosolia
Colpisce per lo più i bambini e gli adolescenti tra i 2 e i 14 anni di età, ed è frequente soprattutto in primavera. Ha un'incubazione di 2-3 settimane e il paziente è contagioso da 7 giorni prima della comparsa dell'esantema ad 8 giorni dopo. La rosolia si manifesta con sintomi generali lievi ed un'altrettanto lieve mucosità, ossia l'arrossamento della gola e la tosse. A distanza di un paio di giorni le ghiandole linfatiche del collo e della nuca si ingrossano e sono dolenti al tatto per qualche settimana. L'esantema è sempre molto leggero ed è rappresentato sul volto, da dalle tipiche macchioline rosse sparse sul corpo. Il primo giorno le macchie compaiono sul viso poi, dal secondo giorno, si estendono al tronco e, non sempre, sulle gambe. La febbre, se presente, è modesta. Dato che i sintomi della malattia sono in genere molto lievi, è bene tenere il bambino a casa, ma senza particolari restrizioni. La diffusione nel mondo della rosolia è elevata, ma i paesi industrializzati controllano ormai abbastanza bene la rosolia congenita. Come per morbillo e parotite, in Italia si verificano ogni 3-4 anni periodiche epidemie di rosolia in età infantile ed un discreto numero di casi di rosolia congenita (fino ad oltre 100 negli anni epidemici).
Complicazioni
L'unico vero problema della rosolia è legato all'eventualità di contrarre l'infezione in gravidanza. Il virus della malattia infatti può essere trasmesso al feto attraverso la placenta e, soprattutto se il contagio avviene entro il primo trimestre di gravidanza, esistono discrete probabilità che il feto sviluppi alcune malformazioni a carico del cuore e dell'apparato visivo: si tratta della rosolia congenita. Il problema non sussiste se la donna in passato ha contratto la malattia ottenendone l'immunità, o se è stata vaccinata. Per non correre rischi, prima del concepimento tutte le donne dovrebbero sottoporsi a un esame specifico (Rubeotest) per verificare la presenza degli anticorpi al virus della rosolia, e ove questi mancassero si consiglia la vaccinazione almeno 3 mesi prima del concepimento. La rosolia poi comporta rare complicazioni, per esempio artriti o dolori articolari, disturbi che si risolvono senza conseguenze nel giro di un paio di settimane.
Cura
Trattandosi di una malattia di origine virale, la rosolia non necessita di cure specifiche, deve soltanto fare il suo corso e, nel giro di una settimana, il piccolo guarisce.
Prevenzione
Il vaccino contro la rosolia è preparato con un virus vivo attenuato ed è reperibile sia in forma monovalente che combinata con morbillo e parotite.
Il vaccino contro la rosolia è raccomandato e solo una quota inferiore al 60 per cento dei bambini italiani è vaccinata contro questa malattia entro i due anni di vita (stima sui nati del 1996). Anche il numero di ragazze adolescenti e di donne in età fertile vaccinate contro questa malattia è insufficiente a controllare la malattia in Italia. Per controllare adeguatamente la malattia, infatti, è necessario vaccinare sia tutti i bambini entro i 2 anni di vita (con un richiamo verso i 12 anni di età) per prevenire la circolazione del virus, sia le ragazze adolescenti e le donne in età fertile che non sono state vaccinate e che non hanno avuto la malattia.