SARS
La SARS (Sindrome Respiratoria Acuta Grave) è una malattia infettiva acuta che interessa prevalentemente l'apparato respiratorio presentandosi come una polmonite atipica. La causa della SARS è un nuovo tipo di virus, SARS-CoV, che appartiene alla famiglia dei Coronavirus. Generalmente la malattia si manifesta dopo un periodo di incubazione di 2-7 giorni, massimo 10 giorni, con febbre superiore a 38°C, tosse secca e difficoltà respiratorie. A volte si associano brividi o altri sintomi che includono cefalea, dolori muscolari e senso di spossatezza. Nel 10-20 per cento dei casi i pazienti possono andare incontro ad un aggravamento dei sintomi respiratori tale da richiedere la ventilazione assistita.
SARS
La SARS (severe acute respiratory sindrome - sindrome acuta respiratoria grave) è una seria affezione respiratoria infettiva, individuata nella regione cinese di Guandong, dove sono stati registrati i primi casi a partire dal novembre 2002. Le nazioni maggiormente colpite, con trasmissione locale dimostrata, sono risultate essere Cina (comprese Hong-Kong e Taiwan), Singapore, Canada (area di Toronto), Vietnam e Filippine. L'improvviso determinarsi di una vasta epidemia di una nuova, potenzialmente severa affezione respiratoria trasmissibile, ha richiamato l'attenzione delle autorità sanitarie internazionali a partire dall'inizio dell'anno 2003, sebbene l'epidemia in corso in Cina fosse stata tenuta a lungo nascosta dalle autorità sanitarie locali.
Come si trasmette
La malattia sembra trasmettersi tramite contatto diretto tra persone, attraverso l'esposizione a secrezioni respiratorie o ad altri liquidi biologici: la maggior parte dei casi di contagio ha infatti interessato operatori sanitari, familiari, conoscenti e viaggiatori internazionali. Il prevalente interessamento di giovani adulti sembra dipendere dalle modalità di trasmissione dell'infezione, e dall'età media delle prime persone contagiate. Resta tuttavia dubbio se sia possibile anche una trasmissione indiretta (mediata da oggetti contaminati da secrezioni respiratorie), o addirittura attraverso altre vie (intramuscolo, oro-fecale).
Sintomi
Dopo un periodo d'incubazione di durata stimata tra 4 e 10 giorni, e una sintomatologia non specifica (astenia, malessere, dolori muscolari, cefalea), il quadro clinico comprende nella maggior parte dei casi febbre superiore a 38°C preceduta da brivido, tosse secca insistente e dispnea, ossia difficoltà a respirare, fino all'insufficienza respiratoria nei casi più seri.
Altri segni e sintomi (malessere generale, diarrea, dolore toracico, cefalea, indolenzimento muscolare, vomito ed eruzione cutanea) si presentano con frequenza decrescente, sempre in concomitanza con il quadro febbrile-respiratorio.
Importanti fattori sfavorevoli sembrano essere l'età avanzata (superiore a 40 anni), e la concomitanza di malattie sistemiche (malattie cadiovascolari, broncopneumopatia cronica, diabete mellito, tumori ed malattie epatiche croniche), mentre rari sono stati i casi di SARS riportati in età pediatrica e adolescenziale. Nella maggior parte degli episodi l'infezione tende ad autolimitarsi, con lenta, ma progressiva riduzione dei sintomi nei 10-15 giorni successivi all'esordio.
Diagnosi
Secondo la definizione operata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, un caso "sospetto" di SARS viene definito tale in presenza di temperatura corporea superiore a 38°C, tosse e/o dispnea, e soggiorno o transito in aree a rischio, o contatto con pazienti affetti da SARS nei 10 giorni precedenti l'esordio della sintomatologia. L'esame radiografico del torace mostra segni compatibili con la polmonite.
La diagnosi di SARS viene posta essenzialmente tramite l'osservazione dei sintomi e dei seguenti esami:
- radiografia al torace (mostra segni compatibili con la polmonite)
- conta delle cellule nel sangue (in molti pazienti è stata riscontrata leucopenia, ossia diminuzione del numero dei globuli bianchi)
- coltura dei batteri e esame dello sputo
- ricerca, attraverso tipici test respiratori, di virus responsabili di malattie respiratorie.
Dai primi di maggio 2003 sono disponibili test diagnostici (PCR) che sembrano dotati di sensibilità e specificità sufficientemente elevate per essere impiegati nella popolazione allo scopo di identificare la presenza di materiale genetico relativo al Coronavirus-SARS. L'isolamento virale e la messa a punto dei primi test diagnostici è stata frutto di una cooperazione senza precedenti tra circa dieci diversi istituti di ricerca, comprendenti in particolare i Centers for Disease Control di Atlanta (USA), tre centri tedeschi (Francoforte, Amburgo e Marburg), e l'istituto Pasteur di Parigi. In ogni caso questi test sono alla portata solamente di alcuni laboratori di riferimento ed i falsi negativi restano frequenti.
Trattamento
Nell'attuale stato di incertezza sulle cause della SARS, ed in assenza di agenti antivirali sicuramente efficaci, il trattamento è strettamente sintomatico e di supporto, comprendendo l'ossigenoterapia o la ventilazione assistita (quando necessaria), un trattamento a base di corticosteroidi in caso di complicazioni polmonari, e una "copertura" antibiotica praticata con macrolidi o fluorochinolonici (agenti attivi nei confronti dei microrganismi usualmente responsabili delle polmoniti).
Secondo le raccomandazioni emanate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, le persone venute in contatto con un caso di SARS "probabile", anche se asintomatiche, devono restare in isolamento domiciliare per dieci giorni, con monitoraggio quotidiano ad opera del personale sanitario, e particolare attenzione prestata alla comparsa di febbre e segni e sintomi respiratori (sorveglianza attiva). I contatti di un caso "sospetto" non subiscono invece restrizioni e possono continuare a svolgere le loro attività quotidiane, ma devono provvedere a controllare autonomamente la temperatura, e sono invitati a presentarsi in ospedale nel caso compaiano segni e sintomi suggestivi (sorveglianza passiva).
Prevenzione
I casi di SARS "sospetta" devono essere seguiti in regime di isolamento, ed il personale addetto all'assistenza deve essere dotato di misure di protezione di barriera (dispositivi di protezione individuale o DPI) nei confronti delle secrezioni respiratorie e degli altri liquidi biologici (mascherine facciali filtranti, visiere protettive, guanti, camici protettivi e copriscarpe monouso). Il lavaggio delle mani con acqua e detergenti prima e dopo ogni intervento assistenziale, e la disinfezione (per esempio con ipoclorito) di tutti gli strumenti non monouso impiegati sul paziente è obbligatoria. I casi di SARS "probabile" devono essere fatti transitare all'interno delle aree ospedaliere secondo percorsi ad essi dedicati, ed ospedalizzati in apposite camere di degenza a pressione negativa (dove è garantito un isolamento respiratorio), fornite di adeguati ricambi di aria, limitando al minimo gli accessi dei visitatori, ed organizzando l'attività di assistenza del personale in modo personalizzato.
L'ospedalizzazione di un paziente con SARS "sospetta" va immediatamente notificata al Comitato per il controllo delle infezioni del presidio ospedaliero in oggetto, ed apposite schede di sorveglianza devono essere contemporaneamente indirizzate al Ministero della Salute e all'Azienda USL competente per territorio.