Cosa fare dopo un "incontro ravvicinato" con meduse, ricci e tracine
Il mondo marino è popolato da un'enorme varietà di esseri viventi che per sopravvivere all'attacco dei predatori hanno sviluppato varie tecniche di difesa come il mimetismo, la presenza di aculei, l'emissione di sostanze urticanti o velenose. Quindi anche le meduse, i ricci e le tracine, organismi marini che popolano in nostri mari, attivano i loro sistemi di difesa nel momento in cui si imbattono in un bagnante che considerano un potenziale aggressore.
La medusa, appartenente ai celenterati, ha il corpo a forma di ombrello al centro del quale si trova un lungo prolungamento su cui si apre la bocca. Il margine dell’ombrello è provvisto di tentacoli su cui sono situati degli organuli urticanti (nematocisti) contenenti delle tossine che vengono liberate nel momento in cui avviene il contatto con l’eventuale preda o il potenziale predatore. La tossina prodotta dalla medusa penetra attraverso la superficie cutanea del bagnante provocando dolore acuto ed una reazione di tipo orticarioide più o meno intensa a seconda della quantità di superficie corporea esposta al contatto e dalla quantità di tossina assorbita.
Per alleviare i sintomi della reazione locale provocata dalla medusa può essere utile applicare, senza frizionare, sabbia calda, successivamente detergere la parte con acqua salata tiepida e quindi applicare delle garze imbevute di acqua tiepida e aceto al 50%. Si sconsiglia l’uso di alcol che potrebbe facilitare l’apertura delle nematocisti e si raccomanda di non usare né acqua dolce né ghiaccio; non esistono attualmente indicazioni all’uso dell’ammoniaca. È importante non grattare le lesioni per impedire alla tossina di entrare in circolo più velocemente. La dermatite da medusa deve essere poi trattata per alcuni giorni con la terapia che il medico riterrà più idonea e che in genere prevede l’applicazione di pomate a base di corticosteroidi e la somministrazione di antistaminici. I ricci di mare sono animali marini appartenenti agli echinodermi dal corpo globoso rivestito da un esoscheletro rigido provvisto di aculei mobili che servono per la locomozione e per la difesa.
La puntura del riccio di mare può causare bruciore e dolore anche intensi. Gli aculei sono fragili e frequentemente si spezzano all’interno della pelle e, in questo caso, dopo aver disinfettato la parte, è necessario provvedere ad estrarre la spina dalla cute con l’ausilio di una pinzetta. Non scavare intorno alle spine nel tentativo di rimuoverle e fare in modo che l’aculeo non si rompa dentro la ferita perché ciò renderebbe più difficoltosa la sua rimozione.
La lesione guarisce rapidamente ma nel caso in cui subentri un’infezione è necessario ricorrere ad una terapia antibiotica. Per prevenire le punture da riccio di mare quando si cammina sulla spiaggia o sugli scogli e quando si entra in acqua per concedersi un piacevole bagno può essere utile calzare scarpe di gomma.
Le tracine sono pesci dal corpo allungato che vivono infossati nei fondali sabbiosi lasciando visibile solamente la testa e la prima pinna dorsale che è provvista di spine; quando la tracina percepisce un pericolo la pinna e le sue spine vengono erette in posizione verticale pronte a pungere il potenziale aggressore e ad iniettare la sostanza contenuta nelle ghiandole velenifere poste alla base delle spine stesse.
La puntura della tracina provoca un dolore estremamente intenso. La parte colpita appare rossa e tumefatta e talvolta possono verificarsi sintomi sistemici quali tachicardia, difficoltà di respirazione, nausea, difficoltà di movimento dell’arto colpito. Il veleno inoculato dalla tracina è termolabile per cui immergendo tempestivamente la parte colpita (in genere un piede) in acqua molto calda si provvede a disattivare la tossina inoculata. Dopo questo primo intervento il medico prescriverà il trattamento (antibiotico, antistaminico ecc.) che riterrà più idoneo per risolvere il caso specifico. Anche in questo caso per prevenire spiacevoli incidenti può essere utile indossare delle scarpe di gomme che proteggano i nostri piedi da “sgradevoli incontri”.