Patologie psichiatriche e differenze di genere

Le differenze di genere in ambito scientifico, e in particolare nell’ambito delle patologie psichiatriche, rappresentano uno degli argomenti che ha suscitato maggiore interesse scientifico negli ultimi anni.
In passato, infatti, queste differenze non sono state sempre prese in considerazione, e molti modelli psicopatologici e farmacodinamici venivano creati su dati relativi alla sola popolazione maschile. Di conseguenza gli eventi avversi correlati alla somministrazione di un farmaco risultavano più frequenti nella popolazione di sesso femminile.

Per comprendere meglio perché alcune patologie quali ansia, depressione, psicosi e dipendenze hanno una prevalenza diversa nei due sessi, l’Amen Clinics di Newport Beach (CA, USA) ha preso in esame l’attività cerebrale di oltre 46000 soggetti, sia sani che con patologie psichiatriche, attraverso l’uso dello SPECT (tecnica di imaging medico che fornisce dati biotopologici in 3D). Grazie a questa tecnica è stato possibile analizzare l’attività delle diverse aree cerebrali a partire dall’analisi dei loro flussi e del loro metabolismo.
Dai risultati si evince una maggiore attività dei cervelli femminili nelle regioni prefrontali (deputate alla concentrazione e al controllo degli impulsi) e limbiche (coinvolte nella regolazione emotiva e in alcuni disturbi come ansia e depressione) contrapposta ad una maggiore attività di quelli maschili nelle aree di coordinazione motoria e di elaborazione visiva.

Questi dati spiegherebbero la ragione per cui le donne abbiano maggiori doti di intuizione, empatia e collaborazione ma allo stesso tempo risultino più predisposte a soffrire di patologie psichiatriche come ansia, insonnia, disturbi alimentari e depressione.